In una stanza di passaggio tra la stazione di lavoro e la zona dello stoccaggio dei prodotti finiti, possiamo osservare delle incisioni nel banco calcarenitico, le “tacche”, che servivano per il conteggio delle giornate di lavoro effettuate in loco o per indicare la quantità di uva stoccata o sversata nelle vasche: il processo di vinificazione era infatti piuttosto lungo e si rischiava di dimenticare i numeri relativi ai passaggi precedenti.
Sulla parete opposta esponiamo tre fotografie che ritraggono Matera negli anni ‘60. I primi due scatti sono una gentile concessione dell’Archivio Notarangelo, giornalista, scrittore, ma soprattutto eccezionale testimone della vita dei Sassi e dei suoi abitanti; al centro, in particolare, delle donne riunite intorno a una fontanella, luogo di ritrovo per eccellenza.
Il terzo scatto è invece una gentile concessione dell’ APT Basilicata, una diapositiva che ritrae una fiat 850 parcheggiata in una città che è quasi ormai deserta.
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