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Matera 

Sala dei Mestieri

La sala dei mestieri, la prima che si incontra entrando nel museo, era inizialmente adibita a frantoio, di cui restano tracce e alcuni significativi reperti come la pietra che serviva per la molitura delle olive: queste ultime venivano frantumate grazie alla rotazione della stessa, sospinta dall’immancabile ed instancabile mulo.

Sulla sinistra della sala più ampia si trova la trave del torchio.

La trave orizzontale alloggiava la vite senza fine, la cui rotazione consentiva la spremitura della pasta di olive: il liquido ottenuto si faceva decantare e in tal modo acqua di vegetazione e olio si separavano naturalmente, ottenendo il prodotto  finale.

Questo spazio in seguito diventerà cantina per la produzione del vino: lo stesso torchio, con un meccanismo differente, sarà utilizzato per la spremitura del mosto.

Un occhio attento e osservatore, non si farà di certo sfuggire la presenza di  numerose conchiglie fossili,  antica memoria di un periodo in cui questo territorio era sommerso dall’acqua: a seguito dello scontro fra la zolla Africana e quella Europea, infatti, questo territorio si è increspato incastonando sabbia, gusci e conchiglie, elementi ricchi di carbonato di calcio che rende questa pietra così facile da scavare e soggetta ad un facile scioglimento operato dall’acqua piovana.

Sala ipogea del MUST di Matera
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